Titolo: Dell’improbabilità sociale
Autore: Alfredo M. Bonanno
Serie settima – anno 1992 – numero 69 – pagine 1-7
Accade spesso che la frequentazione costante di problemi e pratiche impedisca una visione corretta dei meccanismi relazionali che producono e riproducono quegli stessi problemi e le pratiche relative. Questi ultimi anni ci hanno posto, ugualmente tutti senza eccezioni, di fronte ad avvenimenti che avevamo qualche volta ipotizzato, immaginato o desiderato, ma che nessuno aveva valutato nell’ambito di quegli effetti che essi sono stati in grado di determinare. Ciò sembrerebbe riconfermare l’ovvia incapacità politica e sociale delle previsioni di dar conto della realtà, ma non è questa la riflessione che voglio trarne qui. Mi sembra più interessante indagare invece sul meccanismo sottostante, su quell’andamento della formazione sociale che ancora spesso viene considerato come prodotto di leggi se non proprio conosciute almeno ipotizzabili e, perciò stesso, prevedibili. Quello che appare leggibile come fallimento storico di alcune ideologie (non soltanto quella dello statalismo comunista) è principalmente la sopravvenuta evidenza dell’impossibilità di un meccanismo dialettico, spacciato come in grado di assolvere a qualche presunto compito storico, sia di una classe, sia di una minoranza sociale.
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Titolo: Della difficoltà d’insultare
Autore: Serge Q.
Serie settima – anno 1992 – numero 69 – pagina 8
Se dico che i socialisti sono cani, rendo conto del carattere domestico e limitato della loro attività, ma non dico nulla riguardo la motivazione delle loro canagliate: si è mai visto un cane arrivista?
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Titolo: Dalla virtù alle tangenti e ritorno
Autore: * [Alfredo M. Bonanno]
Serie settima – anno 1992 – numero 69 – pagine 9-11
Si è alfine scoperto, platealmente scoperto, che i politici di ogni colore rubano a man bassa. Lo si sapeva da tempo, era fra le considerazioni di bassa politica popolare, entrava come esclamazione dolente nelle chiacchiere da caffè, ma solo adesso viene avanti, come fatto di cronaca, con tanto di nomi e di reati: una catena, che non sembra avere intenzione di arrestarsi. Le alte dichiarazioni di scandalo non convincono nessuno, visto che tutti sono convinti, al contrario, del fatto che la cosa la sapevano fin dal primo momento, anzi che è nelle condizioni preventive dell’inizio di ogni carriera politica immettersi in un flusso di danaro, se non proprio diretto ad entrare nelle proprie tasche, almeno in quelle del partito di cui si fa parte. I contributi volontari, adesso indicati in fior di centinaia di milioni, costituiscono la parte più spassosa di tutta la faccenda.
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Titolo: L’amore e la morte
Autore: * [Alfredo M. Bonanno]
Serie settima – anno 1992 – numero 69 – pagina 12
Dal lungo silenzio della mancanza di segnali, un tacito accordo fondato sulla libertà fra compagni irrompe frantumandolo il gelido avvertimento poliziesco della morte, cui ogni speranza dell’animo s’ostina a non credere. Poche righe dai giornali. La morte d’un anarchico con la sua carica d’esplosivo. Luigi Di Blasi, dilaniato da una bomba. Impossibile. Tutti coloro che l’hanno conosciuto, ed amato, rifiutano il pensiero categorizzante della morte, la chiusura definitiva che come un cupo basalto sigilla il continuo affiorare della vita e la consegna alle considerazioni dei posteri, compunti recitatori di requiem che in altri tempi, di fronte all’insorgere spontaneo dei progetti e delle azioni, dileguavano fra i sofismi dell’incertezza, sufficienti però a garantire la propria incolumità avara e inconcepibile.
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Titolo: Le modificazioni del militarismo
Autore: Giuseppe Coniglio
Serie settima – anno 1992 – numero 69 – pagine 13-14
Accanto ad una crescente specializzazione l’esercito professionale si integrerà con le altre bande armate dello Stato: carabinieri, polizia, agenti di custodia, guardie forestali, ecc.
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Titolo: Il Golfo e la palingenesi dell’impero delle tenebre
Autore: Rolf Schubert
Serie settima – anno 1992 – numero 69 – pagine 15-20
Di fronte alla tesi secondo la quale "extra muros" del campo capitalista non ci sono che scompigli di Hitler in germe, si può sostenere che se gli Hitler si ripetono incessantemente ciò è dovuto al fatto che sono creature di serie di un sistema economico in cui essi sono sia redentori che spettri granguignoleschi.
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Titolo: Rivalutazione della polizia
Autore: * [Alfredo M. Bonanno]
Serie settima – anno 1992 – numero 69 – pagine 21-23
La concezione moderna della polizia, per quanto strano possa sembrare, è tale proprio perché regge un significato restrittivo, cioè si chiude all’interno della pubblica sicurezza, della sicurezza dei cittadini. Oggi si parla di polizia proprio perché è diventato possibile staccare un’attività politica di natura differente, cioè come organizzazione del potere statale in senso più ampio e sufficientemente astratto. Non è senza interesse guardare all’evolversi di questa distinzione, anche perché essa potrebbe avere ormai fatto il suo tempo e si potrebbero ripresentare, come di fatto si annunciano, tentativi di accorpamento tra le due attività di potere.
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Titolo: Ahinoi! Los Angeles
Autore: * [Alfredo M. Bonanno]
Serie settima – anno 1992 – numero 69 – pagine 24-27
Nessuno futuro. Dalla rabbia e dalla distruzione, visibili attraverso quel cortile generalizzato in cui si è rimpicciolito il mondo, oggi, a seguito del bombardamento informativo a tappeto, esce questa semplice indicazione. Nessun futuro per le masse ridotte alla miseria, agli espedienti della strada, ad una sopravvivenza da incubo in un contesto urbano da incubo, ma anche per le minoranze privilegiate, costrette sempre di più a fare i conti con pretoriani imbecilli e maneschi in una rigida chiusura dentro roccaforti non del tutto rassicuranti. Non so se questa rivolta, l’ultima in ordine di tempo [1992], anche adesso non definitivamente sopita, possa considerarsi un segno della coscienza di riscatto della popolazione afro-americana, concetto che è stato dettagliatamente messo avanti da commentatori, lontani da una visione politica degli avvenimenti, e che pecca, a mio avviso, di almeno due errori: primo, il concetto di riscatto mal s’accompagna alla violenta manifestazione d’insopportabilità che invece è leggibile nei fatti, con un’evidenza da pugni in faccia; secondo, non si possono definire afro-americane fasce di popolazioni che si qualificano meglio non tanto per la loro appartenenza etnica, e quindi per il colore della pelle, quanto per la loro lontananza da linee di reddito che scorrono altrove, nei luoghi della gestione produttiva degli Stati Uniti, prima potenza economica e militare del mondo.