What "Anarchismo" is and how it functions

In 1972 the group working in Catania around the bookshop and publishing group ‘Libreria Underground’ began the publication of a newspaper Sinistra Libertaria which was to become a periodical but which was immediately condemned by the hostility and incomprehension of certain comrades, and by the police and judicial repression.
With the intention of continuing this endeavour, the first number of Anarchismo, a bimonthly review, was published in 1975, an instrument for the clarficiation of essential theoretical problems arising from certain concrete situations. The aim of the editorial group is that of maintaining the review at a sufficiently high level of analysis, while avoiding falling into theory for the sake of theory, and of building a coherent discourse capable of bringing out the true matrix of anarchism, which is not merely a negative vacuum, but is analytical penetration for the struggle, a precise direction of thought maintained constant even when it might be disagreeable.
The work in these last two years of activity has been addressed towards a study of the problem of anarchist organisation and the critical re-examination of past structures which often turn out to be inadequate for the present time, against any authoritarian contamination these structures might assume, derived from platformist positions in turn produced from the disillusionment of a certain historical moment and not valid in absolute; a critical examination of anarcho-syndicalist formulae and a more profound study of the authoritarian inconvenience they can determine; towards workers’ autonomy, constructing beginning from the base on the foundation of self-management of the struggle and of production (when possible); for direct action in the struggle in the factories, on the land, the universities and living areas, as well as in the sense of the armed defence of these struggles.
Furthermore, we have attempted to carry out an open-minded research of the experience of others, Also Marxists, because we are sure of the validity of an anarchist libertarian methodology which rejects badly construed structures such as libertarian marxism, but do not close our eyes before the reality of concrete struggles whose patrimony must not be lost. Finally, our work seeks to revalue anarchist pluralism, the vision of life and methodology of struggle which seems to us the most valid for the realisation of the future social revolution.
“Anarchismo” editorial group
“Anarchismo” through analytical articles, documents and book reviews, carried forward in the revolutionary movement a projectual discourse orientated towards permanent conflictuality, autonomous action and attack. Small actions of attack, spread throughout the territory, represented and continue to represent today, a proposal of method for who, pushed by a situation of oppression and illbeing, decides autonomously to insurge refusing to delegate the practical realisation of this need to any authoritarian, institutional or supposedly revolutionary structure.

57 - Numero Cinquantasette - 1987

Titolo: La "fine" della crisi
Autore: Alfredo M. Bonanno
Serie sesta – anno 1987 – numero 57 – pagine 1-6
Il capitalismo ha modificato profondamente la propria concezione della realtà economica nel suo insieme. Dalla vecchia ipotesi di un mondo regolato da leggi e da regole rigide, in cui si potevano inserire le programmazioni delle singole imprese, anche nel lungo periodo, è passato alla ipotesi attuale di un mondo assolutamente privo di regole e di leggi, in cui l’azienda deve sopravvivere accrescendo al massimo la propria flessibilità e adattabilità. Anche le strutture organizzative rivoluzionarie – comprese quelle anarchiche – sono state modellate in passato su di una ipotesi di rigidità della realtà economica nel suo insieme. Adesso, nel momento in cui le profonde modificazioni tecnologiche rendono leggibile una consistenza della realtà produttiva che non è lontana dal "caos", ci si chiede se quelle vecchie ipotesi organizzative rivoluzionarie restino lo stesso valide.
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Titolo: Autoteoria rivoluzionaria
Autore: "Spectacular Times"
Serie sesta – anno 1987 – numero 57 – pagine 7-13
Questo scritto è per la gente insoddisfatta della propria vita. Se sei contento della tua vita attuale, non abbiamo argomenti per te. Tuttavia, se sei stanco di aspettare che la tua vita cambi... stanco di aspettare l’arrivo di un modo di vivere autentico, dell’amore e dell’avventura... stanco di aspettare la fine del denaro e del lavoro forzato... stanco di aspettare un nuovo passatempo... stanco di aspettare l’arrivo di una esistenza ricca... stanco di aspettare una situazione nella quale ogni tuo desiderio si possa realizzare... stanco di aspettare la fine di ogni autorità, alienazione, ideologia e morale... allora pensiamo che hai trovato ciò che ti serve.
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Titolo: Critica del consiliarismo
Autore: Yves Le Manach
Serie sesta – anno 1987 – numero 57 – pagine 14-19
Scritta a metà degli anni Settanta, questa analisi ha, per certi aspetti, fatto il suo tempo. Fra l’altro appare oggi poco chiaro il significato dell’ "automazione" che Le Manach propone come alternativa al lavoro. Oggi sappiamo che le nuove tecnologie consentono una "relativa" automazione della produzione, cosa, questa, che non corrisponde affatto alla liberazione dallo sfruttamento. Nuovi orizzonti di schiavitù, infatti, si aprono davanti gli occhi istupiditi dei proletari. Ma, per molti altri aspetti, lo scritto resta valido. In primo luogo per la sua critica serrata al consiliarismo – di qualsiasi tipo – anche se quello che più di ogni altro viene preso di mira dall’autore è il consiliarismo situazionista. In fondo, per molti motivi, i situazionisti hanno portato alle sue estreme conseguenze la teoria consiliarista, facendone vedere, spesso involontariamente, la sua arretratezza e il suo modo di legarsi alle vecchie concezioni della produzione e della lotta di classe come scontro di organizzazioni quantitative.
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Titolo: La democrazia contro gli individui, e reciprocamente
Autore: Alain Ajax – Dominique Fauquet
Serie sesta – anno 1987 – numero 57 – pagine 20-28
Divenuta totalitaria la democrazia moderna fornisce all’individuo un’apparente autonomia che lo lega, ancora di più di quanto poteva avvenire nei regimi totalitari del passato, alle proprie contraddizioni reciproche: l’essere proletario in primo luogo. Si crea così, nella democrazia, una forma di individualizzazione sociale che è l’esatto contrario della vera individualizzazione che gli individui dovrebbero perseguire da se stessi. In questo modo il singolo viene represso dalla società, in nome di un’autonomia che è assolutamente falsa. Si tratta di un piccolo comune denominatore a cui tutti gli individui devono essere ricondotti. Per fare questo lo Stato si serve della tolleranza, lo strumento più efficace e raffinato per ottenere oggi il consenso e per esercitare il controllo.
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Titolo: Documenti di dicembre. [Documento]
Autore: AA. VV.
Serie sesta – anno 1987 – numero 57 – pagine I-VIII
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Titolo: Alcune considerazioni sul movimento pacifista
Autore: Franco Fiorina
Serie sesta – anno 1987 – numero 57 – pagine 29-32
Spinto da una oggettiva radicalizzazione dei comportamenti repressivi e di sfruttamento del capitale, il movimento genericamente d’opinione, che si richiama alla difesa e alla denuncia di quanto non funziona nella logica del dominio, ha subito stiracchiamenti da diversi lati. Una parte di riflusso ha eroso alcune sue componenti verso pratiche certamente non pacifiste e di sicuro attacco alle istituzioni. In questo processo, ambivalente, di recupero e di radicalizzazione, si inserisce il "pantano" verde, quello che non si muove e resta abbarbicato alle tradizionali motivazioni interclassiste, ferme ad una ripartizione tra "buoni" e "cattivi", che non tiene conto delle sottostanti, reali motivazioni di classe. Al di là di tutto ciò, le pratiche del movimento rivoluzionario, che dovrebbero sapere spingere tutti coloro che permangono in una coscienza "nebulosa", verso l’azione e la lotta.
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Titolo: L’ "Angry Brigade": un tentativo anarchico di organizzazione armata
Autore: Jean Weir
Serie sesta – anno 1987 – numero 57 – pagine 33-40
A distanza di quasi dodici anni dalla pubblicazione da noi fatta in Italia, per la prima volta, dei documenti dell’Angry Brigade, traduciamo i documenti più recenti, a partire dal 1981, facendoli precedere da alcune considerazioni sulla struttura del movimento anarchico al suo interno e nei suoi rapporti con il più vasto movimento rivoluzionario. Una altro aspetto dell’analisi è diretto ad approfondire le due parti in cui il movimento anarchico si divide, praticamente di continuo, di fronte alle sollecitazioni che si presentano al suo interno verso la lotta e l’incisività nello scontro sociale. Queste due parti, una conservatrice e brontolona e un’altra più "sconsiderata" (se si preferisce) ma certamente più incline alla lotta e allo scontro, hanno un riscontro preciso con quanto avviene nel mondo stesso delle lotte sociali ed economiche.