Titolo: La "fine" della crisi
Autore: Alfredo M. Bonanno
Serie sesta – anno 1987 – numero 57 – pagine 1-6
Il capitalismo ha modificato profondamente la propria concezione della realtà economica nel suo insieme. Dalla vecchia ipotesi di un mondo regolato da leggi e da regole rigide, in cui si potevano inserire le programmazioni delle singole imprese, anche nel lungo periodo, è passato alla ipotesi attuale di un mondo assolutamente privo di regole e di leggi, in cui l’azienda deve sopravvivere accrescendo al massimo la propria flessibilità e adattabilità. Anche le strutture organizzative rivoluzionarie – comprese quelle anarchiche – sono state modellate in passato su di una ipotesi di rigidità della realtà economica nel suo insieme. Adesso, nel momento in cui le profonde modificazioni tecnologiche rendono leggibile una consistenza della realtà produttiva che non è lontana dal "caos", ci si chiede se quelle vecchie ipotesi organizzative rivoluzionarie restino lo stesso valide.
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Titolo: Autoteoria rivoluzionaria
Autore: "Spectacular Times"
Serie sesta – anno 1987 – numero 57 – pagine 7-13
Questo scritto è per la gente insoddisfatta della propria vita. Se sei contento della tua vita attuale, non abbiamo argomenti per te. Tuttavia, se sei stanco di aspettare che la tua vita cambi... stanco di aspettare l’arrivo di un modo di vivere autentico, dell’amore e dell’avventura... stanco di aspettare la fine del denaro e del lavoro forzato... stanco di aspettare un nuovo passatempo... stanco di aspettare l’arrivo di una esistenza ricca... stanco di aspettare una situazione nella quale ogni tuo desiderio si possa realizzare... stanco di aspettare la fine di ogni autorità, alienazione, ideologia e morale... allora pensiamo che hai trovato ciò che ti serve.
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Titolo: Critica del consiliarismo
Autore: Yves Le Manach
Serie sesta – anno 1987 – numero 57 – pagine 14-19
Scritta a metà degli anni Settanta, questa analisi ha, per certi aspetti, fatto il suo tempo. Fra l’altro appare oggi poco chiaro il significato dell’ "automazione" che Le Manach propone come alternativa al lavoro. Oggi sappiamo che le nuove tecnologie consentono una "relativa" automazione della produzione, cosa, questa, che non corrisponde affatto alla liberazione dallo sfruttamento. Nuovi orizzonti di schiavitù, infatti, si aprono davanti gli occhi istupiditi dei proletari. Ma, per molti altri aspetti, lo scritto resta valido. In primo luogo per la sua critica serrata al consiliarismo – di qualsiasi tipo – anche se quello che più di ogni altro viene preso di mira dall’autore è il consiliarismo situazionista. In fondo, per molti motivi, i situazionisti hanno portato alle sue estreme conseguenze la teoria consiliarista, facendone vedere, spesso involontariamente, la sua arretratezza e il suo modo di legarsi alle vecchie concezioni della produzione e della lotta di classe come scontro di organizzazioni quantitative.
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Titolo: La democrazia contro gli individui, e reciprocamente
Autore: Alain Ajax – Dominique Fauquet
Serie sesta – anno 1987 – numero 57 – pagine 20-28
Divenuta totalitaria la democrazia moderna fornisce all’individuo un’apparente autonomia che lo lega, ancora di più di quanto poteva avvenire nei regimi totalitari del passato, alle proprie contraddizioni reciproche: l’essere proletario in primo luogo. Si crea così, nella democrazia, una forma di individualizzazione sociale che è l’esatto contrario della vera individualizzazione che gli individui dovrebbero perseguire da se stessi. In questo modo il singolo viene represso dalla società, in nome di un’autonomia che è assolutamente falsa. Si tratta di un piccolo comune denominatore a cui tutti gli individui devono essere ricondotti. Per fare questo lo Stato si serve della tolleranza, lo strumento più efficace e raffinato per ottenere oggi il consenso e per esercitare il controllo.
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Titolo: Documenti di dicembre. [Documento]
Autore: AA. VV.
Serie sesta – anno 1987 – numero 57 – pagine I-VIII
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Titolo: Alcune considerazioni sul movimento pacifista
Autore: Franco Fiorina
Serie sesta – anno 1987 – numero 57 – pagine 29-32
Spinto da una oggettiva radicalizzazione dei comportamenti repressivi e di sfruttamento del capitale, il movimento genericamente d’opinione, che si richiama alla difesa e alla denuncia di quanto non funziona nella logica del dominio, ha subito stiracchiamenti da diversi lati. Una parte di riflusso ha eroso alcune sue componenti verso pratiche certamente non pacifiste e di sicuro attacco alle istituzioni. In questo processo, ambivalente, di recupero e di radicalizzazione, si inserisce il "pantano" verde, quello che non si muove e resta abbarbicato alle tradizionali motivazioni interclassiste, ferme ad una ripartizione tra "buoni" e "cattivi", che non tiene conto delle sottostanti, reali motivazioni di classe. Al di là di tutto ciò, le pratiche del movimento rivoluzionario, che dovrebbero sapere spingere tutti coloro che permangono in una coscienza "nebulosa", verso l’azione e la lotta.
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Titolo: L’ "Angry Brigade": un tentativo anarchico di organizzazione armata
Autore: Jean Weir
Serie sesta – anno 1987 – numero 57 – pagine 33-40
A distanza di quasi dodici anni dalla pubblicazione da noi fatta in Italia, per la prima volta, dei documenti dell’Angry Brigade, traduciamo i documenti più recenti, a partire dal 1981, facendoli precedere da alcune considerazioni sulla struttura del movimento anarchico al suo interno e nei suoi rapporti con il più vasto movimento rivoluzionario. Una altro aspetto dell’analisi è diretto ad approfondire le due parti in cui il movimento anarchico si divide, praticamente di continuo, di fronte alle sollecitazioni che si presentano al suo interno verso la lotta e l’incisività nello scontro sociale. Queste due parti, una conservatrice e brontolona e un’altra più "sconsiderata" (se si preferisce) ma certamente più incline alla lotta e allo scontro, hanno un riscontro preciso con quanto avviene nel mondo stesso delle lotte sociali ed economiche.